Usare l’intelligenza artificiale e le immagini satellitari per aiutare il nostro Pianeta
L’Amazzonia è la foresta con la maggiore estensione al mondo, oltre che l’habitat naturale per tre milioni di specie animali e vegetali. È considerata una risorsa indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra, la quale negli ultimi anni non è stata sufficientemente tutelata. Dopo gli incendi che l’hanno riguardata in passato, adesso deve affrontare problemi di deforestazione, che non sembrano trattati come richiederebbero dall’esecutivo Bolsonaro.
Mentre le leggi ambientali stabilite dal parlamento hanno circoscritto il monitoraggio della deforestazione in specifiche aree, sembra che l’impatto più grande sia esterno alle regioni individuate. Lo afferma con certezza uno studio pubblicato sulla rivista «Conservation Letters» e condotto dall’Istituto Nazionale brasiliano per la Ricerca Spaziale (INPE – Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais) attraverso immagini satellitari e l’uso di algoritmi di intelligenza artificiale, volti a identificare le aree con la maggiore deforestazione su tutto il territorio dell’Amazzonia brasiliana.
Deforestazione record nei primi tre mesi del 2022
La deforestazione della foresta amazzonica prosegue senza tregua: secondo i dati dell’agenzia di Ricerca Spaziale da gennaio a marzo 2022 la deforestazione è aumentata del 64% rispetto a un anno fa, arrivano a 941 chilometri quadrati. In soli 90 giorni è stata persa un’area più estesa della città di New York, ed è la copertura forestale più vasta mai persa dall’inizio del monitoraggio satellitare nazionale dal 2015.
Questa escalation nella distruzione del cosiddetto Polmone Verde del nostro Pianeta è infatti aumentata da quando il presidente Jair Bolsonaro è entrato in carica nel 2019, indebolendo sin da subito le protezioni ambientali sostenendo che ostacolavano lo sviluppo economico della regione amazzonica.
Secondo lo studio, le aree con maggiore deforestazione si trovano al di fuori delle 11 municipalità attualmente monitorate dal governo federale brasiliano nell’ambito del suo Piano per l’Amazzonia 2021-2022. Secondo i ricercatori la superficie da monitorare sarebbe anche inferiore rispetto a quella attualmente presa in considerazione dal governo. Si tratta di circa 160.000 chilometri quadrati in meno che, tolti dal piano per la salvaguardia dell’Amazzonia, permetterebbero di concentrare le risorse disponibili sulle zone davvero a rischio portando a risultati più efficaci.
L’Intelligenza artificiale per arginare la deforestazione
Il programma dell’Istituto Nazionale brasiliano per la Ricerca Spaziale consente di riconoscere in poco tempo, grazie all’intelligenza artificiale, le aree con maggiore deforestazione e di intervenire prontamente. «Utilizzando questo nuovo approccio – afferma Guilherme Mataveli, alla guida dello studio – abbiamo concluso che dare la priorità alle aree con tassi di deforestazione più elevati sarebbe più efficace rispetto a limitare il monitoraggio a determinate zone. Questa è una scoperta importante, dato che le agenzie responsabili dell’applicazione della legge vedono il loro budget ed il loro personale costantemente ridotti», si legge nel documento.
«Utilizzando dati con riferimenti spaziali espliciti integrati all’interno di un algoritmo per la modellazione della previsione della deforestazione, proponiamo un metodo alternativo basato sulla scienza per classificare gli hotspot della deforestazione a cui dare la priorità nelle azioni delle forze dell’ordine».
L’esecutivo brasiliano si è impegnato a ridurre la deforestazione dell’Amazzonia a 3.925 chilometri quadrati all’anno, traguardo dal quale però rimane distante senza un’inversione di rotta.