Gli squali si spostano sulla terraferma per sfuggire al riscaldamento dell’Oceano Pacifico.
Gli squali popolano le nostre acque da milioni di anni. Si tratta di animali noti all’umanità sin da quando questa ha iniziato a navigare in mare, ma nonostante questo la biodiversità del pianeta Terra non smette di sorprenderci.
Lo studio
Un team di biologi della Florida Atlantic University (FAU) ha pubblicato uno studio sulla rivista Integrative & Comparative Biology nel quale viene descritto il comportamento osservato in alcuni esemplari di squalo spallina, appartenenti al genere Hemiscyllium ocellatum.
Si tratta di squali di piccole dimensioni, di circa un metro di lunghezza, con un corpo fine, cilindrico, una lunga coda e la bocca in posizione ventrale. Si distinguono dalle altre specie per i motivi presenti sul loro manto, con macchie bianche e nere a puntini nella regione dorsale.
Essi popolano le barriere coralline poco profonde tra l’Australia, l’Indonesia e la Nuova Guinea e in questo momento stanno attraversando un percorso evolutivo in risposta ai cambiamenti climatici e alle alterazioni della temperatura dell’Oceano Pacifico.
Il team, guidato da Marianne Porter, ha esaminato le dinamiche di spostamento degli squali e il modo in cui utilizzano le pinne, osservando come sono in grado di “camminare” percorrendo una distanza di 30 metri sulla terraferma attraverso le pinne a forma di paletta e riuscendo a sopravvivere alla mancanza di ossigeno fino a due ore.
Gli squali che camminano
Gli squali “camminanti” si muovono sfruttando le pinne pettorali anteriori insieme alle pinne ventrali posteriori, con un’andatura che ricorda più una camminata che il moto del nuoto. In questo modo si muovono lentamente per il fondale marino riuscendo anche ad affiorare dalla barriera corallina durante la bassa marea.
«La letteratura scientifica – afferma Porter – suggerisce che questa specie abbia sviluppato degli adattamenti per sopportare alcune delle difficili circostanze per il XXI secolo. Queste abilità potrebbero essere la chiave per la sopravvivenza degli animali, essendo in grado di “camminare” per lunghi tratti sulla terraferma per raggiungere ambienti più adatti alla vita, ma possono essere anche correlate alle loro prestazioni fisiologiche in condizioni ambientali difficili, comprese quelle legate al cambiamento climatico.».
I precedenti e le implicazioni future
Nel 2013, alcuni ricercatori scoprirono nei fondali dell’Indonesia lo squalo bambù, una particolare specie di squalo che usa le sue pinne minuscole per “camminare” anche sul fondo dell’oceano, dove si alimenta di pesci e crostacei.
Nel 2020 un’ulteriore ricerca, condotta dall’Università del Queensland, rivelò come almeno nove specie di squali usassero le pinne per camminare in acque poco profonde.
L’elemento che caratterizza questo recente studio è la resistenza dello squalo spallina all’ipossia.
La scoperta rappresenta un passo importante per comprendere come i cambiamenti climatici condizionino l’evoluzione degli animali, un argomento che merita di essere approfondito in futuro.