Fondazione Carolina pone l’accento su un fenomeno ormai diffuso: una madre allatta e intanto fa scrolling sullo smartphone
Lo scrolling è un gesto che si compie ogni giorno, in continuazione, senza neppure farci caso. Una vignetta di Fondazione Carolina sottolinea quanto sia diffuso anche tra le neomamme che allattano i propri bambini e ne evidenzia i rischi, anche per la fertilità.
Lo scrolling
Con il termine “scrolling” facciamo riferimento al gesto di passare di video in video nel marasma dell’algoritmo di un social network per ingannare il tempo con piccole pillole di intrattenimento.
Questo gesto così frequente ci espone a una vera e propria dipendenza da social, allontanandoci dalla possibilità di vivere un tempo di qualità. Per esempio con i nostri figli, già dalla primissima infanzia.
In effetti, basta solo una mano e un pollice per tenere lo smartphone e scorrere i contenuti. E intanto si può bere una bibita, girare il sugo o… allattare.
Ma fa male tutto ciò? E cosa percepisce il neonato?
Ore (perse) al cellulare
Social network come Instagram, ad esempio, hanno dimostrato di tenere alla salute dei più giovani online, promuovendo una ‘Guida alla sicurezza dei minori in rete’. Ma è di pochi giorni fa, la proposta di inserire in piattaforma una nuova funzione che ne limiti l’uso serale/notturno, per agevolare il sonno. Consiste in un messaggio automatico del social network durante le ore notturne. Non potrà essere disattivato, a differenza degli strumenti “Prenditi una pausa” e “Non disturbare” già presenti sulla piattaforma.
E quando si è una neomamma, l’importanza del sonno assume una chiave ancora più vitale. Nei primi mesi di vita di un bambino ci si può svegliare fino a quattro volte in una stessa notte, per necessità di allattamento o di igiene, come il cambio del pannolino. Per questo motivo, impiegare quei minuti durante il pasto del piccolo diventa un pericolo se si sceglie proprio la pratica dello scrolling come passatempo.
Cosa succede al cervello di mamma e neonato durante l’allattamento
«I legami tra genitori e neonati passano attraverso il corpo, dall’aggancio dello sguardo al suono della voce mentre li si tiene in braccio. Questi piccoli gesti e dettagli sono in grado di attivare la produzione di ormoni come l’ossitocina, sia nelle mamme sia nei papà», spiega Stefania Manetti, Presidente dell’Associazione Culturale Pediatri.
L’ossitocina è l’ormone che regola l’accudimento e il senso di protezione. «Quindi producendo ossitocina, le mamme e i papà si sentono maggiormente disponibili al gioco, all’accudimento, alla protezione», continua la Presidente ACP.
Tutto questo incide positivamente sullo sviluppo neurologico dei neonati e sulle sinapsi, ossia le connessioni che regolano le funzioni cognitive, sensoriali e motorie. «Quando per motivi di stress cronico o tossico questo flusso si interrompe, il cervello rallenta la propria crescita, incidendo sull’architettura cerebrale del bambino», aggiunge Stefania Manetti.
I danni dello scrolling nell’allattamento
I danni sono legati proprio all’assenza di ossitocina. Scrollare video online, infatti, può ingannare il tempo ma non tuo figlio che – seppur piccolo – si accorgerà di non essere considerato.
La Società Italiana di Pediatria ha riportato uno studio israeliano, su un gruppo di 20 mamme alle quali è stata monitorata l’attività elettrotermica (sudorazione/stress), la gittata cardiaca, i vari modelli di sguardo durante la poppata al seno e le interazioni faccia a faccia con i loro bambini di 3-6 mesi. Dallo studio è emerso che l’uso del cellullare tra una poppata e l’altra diminuisce l’attenzione delle mamme nei confronti dei figli. Si tratta di interazioni che sono necessarie alla formazione e alla corretta crescita dei piccoli. Poiché in quella fase, il bambino non è ancora in grado di esprimersi con dei vocaboli formati, il problema che ne emerge è non si riconoscano in tempo segnali e gesti che solo uno sguardo consente di percepire.
Il “peso” dell’allattamento
Sono tanti gli equilibri in gioco nella relazione intima tra genitori e figli. L’allattamento, in particolare, rappresenta sì un momento unico di relazione, ma è anche una pratica molto faticosa. Non solo in termini fisici, ma anche psicologici.
Si sta ore con un neonato attaccato al seno e si è impossibilitati a compiere altre attività. Ecco perché l’altra mano, quella che non regge il bambino, diventa il giusto compromesso tra te e il neonato: il cellulare è il ponte tra i due.
La compagnia dello smartphone e uno scrolling passatempo danno però una sensazione di benessere che è solo apparente. E se al bambino viene sottratta l’attenzione necessaria con annesse coccole, baci e abbracci, al corpo della mamma intanto accade qualcosa di inaspettato.
I rischi dell’infertilità
A farne i conti è anche la fertilità. Nonostante non ci siano evidenze scientifiche che confermino un rapporto diretto di causa ed effetto, è dimostrato che un’esposizione diretta ai dispositivi digitali possa danneggiare in generale la salute.
In gravidanza se ne sconsiglia un uso eccessivo o di tenere troppo vicino al proprio corpo il dispositivo in quanto potrebbe essere dannoso per il feto in formazione.
Mentre per gli uomini è l’Università di Ginevra ad aver confermato che la vicinanza agli organi genitali – come tenere il cellulare nella tasca dei pantaloni – può ridurre l’efficienza dello sperma.