Grace Hopper, pioniera dell’informatica, lavorò al primo computer commerciale della storia anticipando il futuro dell’informatica moderna.
“Se hai una buona idea, allora dovresti farlo”: la storia di Grace Hopper, programmatrice del primo computer commerciale della storia.
Chi era Grace Hopper
Matematica, informatica, militare, insegnante, divulgatrice: Grace Brewster Murray nasce a New York il 9 dicembre del 1906, in una famiglia borghese di origini scozzesi e olandesi. Prima di tre figli, sin da piccola dimostra una forte curiosità per il funzionamento delle cose, al punto che di lei si racconta che all’età di sette anni venne sorpresa a smontare alcune sveglie per capire come fossero fatte all’interno.
All’età di 17 anni viene ammessa alla prestigiosa scuola femminile Vassar College – che l’aveva respinta l’anno prima a causa dei voti troppo bassi di latino – conseguendo, nel 1928, la laurea in matematica. Due anni dopo consegue la specializzazione a Yale e sposa Vincent Foster Hopper, professore di letteratura della New York University da cui divorzierà nel 1945 ma conservandone il cognome
Nel 1931 inizia a insegnare matematica al Vassar di cui diventerà professore associato nel 1941. Nel frattempo continua a studiare e nel 1934 ottiene un dottorato a Yale. È una delle 4 donne ammesse al corso di 10 studenti e una delle poche a raggiungere questo risultato accademico in quegli anni.
La II Guerra Mondiale e l’ingresso in marina
Nel 1941, dopo i bombardamenti di Pearl Harbor, Grace Hopper decide di abbandonare l’insegnamento per arruolarsi in Marina, ma, anche in questo caso, ottiene un primo rifiuto: a 34 anni è troppo vecchia e dal fisico troppo minuto. Perciò nel 1943 si unisce alle Riserve come volontaria del Waves, Women Accepted for Volunteer Emergency Service: risulta prima al corso di addestramento in Massachussets, ottiene un congedo temporaneo dall’insegnamento e viene assegnata con il grado di tenente al Computation Project dell’università di Harvard.
Sarebbe stato questo “il momento cruciale” per la vita e la carriera di Grace che solo un anno dopo, nel 1944, entra a far parte di un gruppo di lavoro universitario coordinato da Howard H. Aiken impegnato a lavorare all’Harvard Mark I, un enorme strumento di calcolo automatico di 4 tonnellate e mezzo di peso, che si sviluppava per 16 m di lunghezza e 2,4 m di altezza, composto da 750.000 parti meccaniche.
L’intuizione rivoluzionaria di Grace Hopper e il primo “bug”
Di fronte al Mark I, Grace torna la bambina che era davanti a una sveglia smontata: nutre una forte passione per la correttezza linguistica e sarebbe sicuramente stata la persona giusta per elaborare la documentazione tecnica della macchina alla quale insegna un’infinità di operazioni attraverso comandi impressi su nastro perforato. Un lavoro molto complesso, tanto da non riuscire a scrivere non più di cinque pagine al giorno. Ne risulta un testo epocale, chiamato “La Bibbia dei computer”, il primo manuale di programmazione, dato alle stampe nel 1946.
Nel ‘47, mentre vengono eseguiti i test sul nuovo Mark II, la macchina d’un tratto s’arresta: una falena si era andata a infilare in uno dei relè. Il termine bug, impiegato sin dai tempi di Thomas Edison per indicare problemi e malfunzionamenti meccanici, con questo episodio venne introdotto nel linguaggio della nascente informatica.
Il nuovo linguaggio di programmazione “universale”
Alla fine della guerra, e nonostante i grandi risultati delle sue ricerche, Grace Hopper decide di dare una nuova svolta alla propria vita e si trasferisce alla Eckert–Mauchly Computer Corporation di Philadelphia che lavora al primo computer commerciale prodotto su larga scala, l’UNIVAC I. Qui la sua esperienza di leadership si rivela fondamentale: Grace è convinta che sia necessario immaginare un linguaggio di programmazione basato sul linguaggio naturale e non su quello matematico in modo che chiunque possa servirsene. È una visionaria, sogna un futuro in cui tutti possono usare quotidianamente un computer anche senza conoscere la matematica e i linguaggi di programmazione. “Nessuno voleva crederci… dicevano che i computer possono eseguire solo calcoli aritmetici.”
Il nuovo compilatore si chiama Flow-Matic e comprende una serie di parole chiave in lingua inglese. È il precursore del Cobol (acronimo di COmmon Business-Oriented Language ossia linguaggio comune orientato alle applicazioni commerciali), sviluppato nel 1959 e in uso ancora oggi (per esempio nei bancomat). Grazie alle prese di posizione di Grace Hopper, lo sviluppo dei principali linguaggi subì una netta accelerazione. Invece di implementare differenti dialetti, da usare su hardware diversi, i linguaggi dovevano essere via via adattati e uniformati per “girare” su qualsiasi computer. Hopper, assunta per domare e insegnare a parlare a una sola, enorme macchina, lavorò fino alla fine per trovare un linguaggio condiviso da tutta la progenie delle macchine.
L’eredità di Grace Hopper
Per questo suo enorme contributo Grace Hopper viene ricordata oggi come “Amazing Grace”: scienziata, informatica ma anche straordinaria divulgatrice dalla capacità di ragionare fuori dagli schemi. La sua visione del futuro dell’informatica non è solo una celebrazione della tecnologia, ma un richiamo alla necessità di gestire con saggezza e responsabilità le risorse informatiche.
L’eredità di Grace Hopper continua a ispirare nuove generazioni di programmatori, scienziati e leader, ricordandoci l’importanza di guardare sempre avanti, affrontare le sfide con coraggio e non smettere mai di innovare.
Nel corso della sua carriera, tiene circa 300 conferenze l’anno e incoraggia chiunque abbia la fortuna di incontrarla a sottoporle le sue idee. “La cosa più importante che ho fatto non è stata costruire un compilatore ma formare i più giovani. Vengono da me per chiedermi ‘Pensa che sia fattibile questa cosa?’ e io rispondo ‘Provaci.’ E poi ne seguo i progressi.”
Negli anni ha ricevuto 40 lauree ad honorem e la National Medal of Technology oltre a essere stata nominata Man of the Year nel 1969 dalla Data Processing Management Association, anche se è una donna e non un uomo. Solo postuma invece arriva la Medaglia Presidenziale della Libertà (Presidential Medal of Freedom), la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, che Barack Obama le assegna nel 2016. A lei sono stati intitolati un cacciatorpediniere lanciamissili e il supercomputer Hopper Cray XE6. A lei sono dedicati anche i documentari The Queen of Code e Born with Curiosity.
Lavorerà fino alla morte, avvenuta il 1° gennaio 1992. Solo dieci anni prima venne promossa al grado di Commodoro.