Al via la missione, senza equipaggio, verso il nostro satellite
Dopo i problemi dei mesi scorsi che hanno contato due rinvii, un uragano e una tempesta tropicale, mercoledì 16 novembre è finalmente giusto lo storico momento del lancio del razzo vettore NASA Sls, il più potente mai costruito, e della capsula Orion per la missione Artemis I, senza equipaggio. Una tappa fondamentale per rivedere l’Uomo sulla Luna.
I preparativi sono durati diverse ore e sono iniziati già nella giornata del 15 novembre. Rispetto a quanto verificatosi in precedenza nei tentativi di fine agosto e inizio settembre, questa volta la procedura per il riempimento dei serbatoi dello Space Launch System è proseguita sostanzialmente senza problemi anche se si è comunque registrato un piccolo slittamento di quasi un’ora rispetto all’orario previsto inizialmente. Poi, finalmente, il conto alla rovescia e il decollo dal Kennedy Space Center in Florida alle 7:48 (ora italiana).
NASA SLS e Orion lanciati correttamente verso la Luna
Dopo circa due minuti dal lancio, avvenuto dalla piattaforma 39B del Kennedy Space Center, in Florida, i due razzi a propellente allo stato solido (Solid Rocket Boosters), i più grandi di questo tipo mai costruiti, si sono sganciati, per cadere dopo pochi minuti nell’oceano Atlantico. Quindi il motore principale si è spento e lo stadio superiore (ICPS) del razzo Sls (Space Launch System) si è separato, cadendo nell’oceano Pacifico. La capsula Orion e il modulo di servizio (fornito dall’ESA) hanno così potuto viaggiare con propulsione propria dopo la spinta iniziale fornita dallo stadio principale. Dopo circa 21 minuti dopo il momento del lancio, è avvenuto il dispiegamento dei pannelli solari che hanno fornito energia alla capsula Orion e consentito il suo successivo inserimento nell’orbita terrestre.
Banco di prova per Marte
La capsula Orion rimarrà nello spazio per circa 26 giorni, durante i quali saranno effettuati i primi test intorno alla Luna. Verranno provati dei sistemi che, pur avendo diverse parti in comune con altri progetti pre-esistenti, rappresentano complessivamente un sistema nuovo e tutto da verificare. Per questo a bordo non sono presenti esseri umani, così da ridurre al minimo i rischi per l’incolumità dell’equipaggio.
A partire dalle missioni Artemis II, invece, sarà presente un equipaggio, mentre con Artemis III ci sarà effettivamente l’allunaggio.
Con le missioni Artemis, la Nasa farà atterrare la prima donna e la prima persona di colore sulla Luna, utilizzando tecnologie innovative per esplorare porzioni estese del satellite terrestre. Scopo finale del programma sarà quello di installare una base operativa funzionante sulla Luna, che potrà supportare missioni di lunga durata e allo stesso tempo costituirà il terreno di prova per le tecnologie da utilizzare su Marte.