Ambiente e Clima

Come ogni anno, la Global footprint network ha reso nota la giornata in cui il Pianeta va “in debito”: per il 2023 sarà il 2 agosto.

L’Earth Overshoot day 2023 arriverà il 2 agosto prossimo.

Introduzione

La giornata in cui il Pianeta va in riserva e inizia a estrarre risorse naturali “in debito” quest’anno arriva qualche giorno dopo rispetto ai precedenti (nel 2022 è arrivato il 28 luglio).

Una buona notizia, ma meno di quanto potrebbe sembrare, anche perché si conferma il dato che per stare in equilibrio avremmo bisogno di 1,7 Pianeti Terra.

L’arrivo dell’Earth Overshoot Day 2023 il 2 agosto si deve infatti soltanto in piccola parte ai progressi fatti sul fronte della sostenibilità: un giorno soltanto dei 5 di ritardo è imputabile alle condotte più virtuose messe in campo mediamente dai 180 Paesi monitorati dal National Footprint e dal Biocapacity Accounts, che ora monitorano le prestazioni dei Paesi fino al 2022, riducendo il ritardo di segnalazione di tre anni.

Gli altri 4 giorni di “slittamento” dell’Earth Overshoot Day 2023 sono invece dovuti a un aggiornamento delle modalità di misurazione del nostro “debito planetario”, reso possibile dall’integrazione di set di dati più efficienti nella nuova edizione del calcolo.

Country Overshoot Day

Il Country Overshoot Day è il giorno dell’anno in cui un Paese va in debito ecologico, ovvero ha utilizzato tutte le risorse naturali disponibili per l’anno in corso in relazione alla capacità rigenerativa del territorio stesso. Si tratta quindi di un vero e proprio strumento di contabilità ambientale: ideato dal Global Footprint Network, utilizza i dati relativi alla biocapacità e all’impronta ecologica per determinare quando l’umanità, sia a livello globale che locale, arriva a utilizzare più risorse di quelle che in realtà possiede.

L’Italia è già in debito ecologico

Il Country Overshoot Day per l’Italia è già arrivato il 15 maggio scorso e questo significa che ha già virtualmente consumato tutte le risorse naturali a disposizione per il 2023 in relazione alla capacità rigenerativa del territorio stesso, andando così in debito ecologico.

Stando ai dati diffusi dal Global Footprint Network, l‘impronta ecologica dell’Italia è di 3,3 ettari globali (gha) per persona, mentre la biocapacità globale media è di 1,6 ettari globale. Di conseguenza, se tutti i paesi del mondo consumassero risorse alla stessa velocità dell’Italia, servirebbero 2,7 Terre per stare in equilibrio e soddisfare tutte le richieste.

La situazione, com’è facile immaginare, non è uguale in tutti i Paesi del mondo. Lussemburgo ha esaurito le sue risorse per il 2023 il 14 febbraio, mentre il Qatar il 10. Tra i più virtuosi troviamo invece l’Ecuador, il cui Country Overshoot Day è atteso per il 6 dicembre, e la Giamaica, che consumerà tutte le risorse disponibili per l’anno il 20 dello stesso mese.

Earth Overshoot Day

Accanto dal Country Overshoot Day esiste anche l’Earth Overshoot day, ovvero il giorno in cui la popolazione mondiale arriva a utilizzare tutte le risorse naturali disponibili per l’anno in corso. Negli ultimi anni l’andamento è stato altalenante. E se il 2020 aveva visto una timida inversione di rotta a causa dei lockdown dovuti alla pandemia di Covid-19, a partire dal 2021 si è assistito a una nuova crescita dell’impronta ecologica: nel 2022 il giorno in cui l’umanità è entrata il debito ecologico è stato il 28 luglio.

Per il 2023 il Global Footprint Network ha fissato l’Earth Overshoot Day al 2 agosto, quindi qualche giorno dopo rispetto agli anni precedenti. Ma c’è comunque poco da festeggiare: la riduzione del nostro debito planetario di risorse va troppo a rilento rispetto alla gravità della crisi climatica.

Il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (noto con l’acronimo inglese IPCC)  parla non a caso di “sintomi sempre più evidenti, come le ondate di calore insolite, gli incendi boschivi, la siccità e le inondazioni, con rischi per la produzione alimentare”. A gran voce sta chiedendo di raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 43% a livello globale entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Questo significherebbe posticipare l’Earth Overshoot Day di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni.

L’aumento dal 39 al 75% delle fonti globali di elettricità a basse emissioni di carbonio lo sposterebbe di 26 giorni, dimezzare lo spreco alimentare ci farebbe guadagnare 13 giorni e con la consociazione arborea guadagneremmo 2,1 giorni in più. Una missione tanto impossibile quanto indispensabile.

Fonti e approfondimenti