«Toglieteci da questo pasticcio» ha esortato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres
«È tempo di decisioni coraggiose.»
È questo il grido che arriva da Stockholm+50, il meeting internazionale tenutosi il 2 e 3 giugno sui temi dell’ambiente e del benessere umano che ricorda il 50esimo anniversario della Conferenza delle Nazioni Unite del 1972 proprio nella città svedese. L’occasione è stata colta dai Paesi ONU per fare il punto sull’Agenda europea 2030 e gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici, anche alla luce delle conseguenze della pandemia e dei Piani di ricovero nazionale.
Secondo i il Segretario generale delle Nazioni unite António Guterres «Il benessere globale è a rischio e questo è in gran parte dovuto al fatto che non abbiamo mantenuto le nostre promesse ambientali» Sebbene dal 1972 ci siano stati successi nella protezione del Pianeta, compreso il salvataggio dello strato di ozono, Guterres ha avvertito che «Il pianeta non potrà sostenere a lungo l’attuale livello di consumo. Stiamo consumando al ritmo di 1,7 pianeti all’anno e se il consumo globale fosse al livello dei Paesi più ricchi del mondo, avremmo bisogno di più di tre pianeti terra.»
«Toglieteci da questo pasticcio», ha esortato i delegati al vertice convocato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a Stoccolma. «Siamo di fronte a una tripla crisi planetaria. Un’emergenza climatica che ogni anno uccide e sfolla sempre più persone. La perdita di biodiversità minaccia più di tre miliardi di persone e l’inquinamento e i rifiuti costano circa nove milioni di vite all’anno»
«Tutte le nazioni dovrebbero fare di più per proteggere il diritto umano fondamentale a un ambiente pulito e salubre per tutti» ha insistito Guterres, concentrandosi in particolare sulle comunità povere, donne e ragazze, popolazioni indigene e generazioni in arrivo.
Fare a meno del PIL come indicatore
«Parte della soluzione è allontanarsi dal Prodotto Interno Lordo (PIL) come indicatore del peso economico dei paesi» ha proseguito il segretario generale, descrivendolo come un sistema di contabilità “che premia l’inquinamento e gli sprechi”.
«Non dimentichiamo che quando distruggiamo una foresta, creiamo il PIL. Quando sfruttiamo troppo, creiamo PIL. Il PIL non è un modo per misurare la ricchezza nell’attuale situazione mondiale», ha aggiunto.
Dopo aver invitato tutte le nazioni a impegnarsi ulteriormente nell’attuazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’accordo di Parigi del 2015 per combattere queste minacce, il Segretario generale ha anche insistito sulla necessità di ulteriori sforzi per portare le emissioni di gas serra a zero entro il 2050.
«L’aria calda ci sta uccidendo» ha affermato, ribadendo il suo appello affinché tutti i paesi abbandonino i sussidi ai combustibili fossili e investano nelle energie rinnovabili, mentre i paesi sviluppati dovrebbero “almeno raddoppiare” il loro sostegno ai paesi più poveri in modo che possano adattarsi a un numero crescente di shock climatici.
Sottolineando che le nazioni stanno già cooperando per proteggere il pianeta su molti fronti, Guterres ha osservato che un nuovo quadro globale di biodiversità deve essere finalizzato per invertire la perdita della natura entro il 2030.
Sono in corso anche i lavori per stabilire un trattato per combattere l’inquinamento da plastica, ha proseguito il capo delle Nazioni Unite, e la Conferenza dell’Onu sull’Oceano a Lisbona dovrebbe galvanizzare gli sforzi per salvare i nostri mari.
«Se facciamo queste cose, possiamo evitare la catastrofe climatica, porre fine a una crescente crisi umanitaria e disuguaglianza e promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile», ha affermato, aggiungendo che «ogni governo, azienda e individuo hanno un ruolo da svolgere».
Nessun progresso senza risorse
L’organizzatore della conferenza, il presidente dell’Assemblea generale, Abdulla Shahid, ha affermato che c’è una semplice verità che tutti devono riconoscere: «Il progresso umano non può avvenire su una Terra che non ha più risorse proprie, che è sprecata dall’inquinamento e che è inesorabilmente attaccata da una crisi climatica di sua creazione».
Le recenti iniziative di azione per il clima, come spingere per un trattato sull’inquinamento da plastica sono positive ma devono essere integrate in uno sforzo più ampio. «Abbiamo bisogno di soluzioni che affrontino i colli di bottiglia comuni che interessano l’intera agenda ambientale, che a sua volta accelererà l’attuazione dell’Agenda 2030 e sosterrà una ripresa resiliente e sostenibile dalla pandemia», ha affermato.
Guerra e geopolitica, il punto
Al vertice svedese si è parlato anche di guerra e geopolitica, e del rischio che queste mettano ora in ombra la crisi climatica nell’ordine delle priorità.
«Non dobbiamo mai lasciare che una crisi ne oscuri un’altra», ha detto la premier svedese Magdalena Anderson, aggiungendo «Dobbiamo solo lavorare di più. La guerra in Ucraina ha reso evidente che la dipendenza dai combustibili fossili non è solo un rischio climatico, ma anche un rischio per la sicurezza. E deve finire»