Con la telemedicina i pazienti risparmiano (e aiutano il pianeta riducendo le emissioni di CO2)
Uno studio di Altems – Università Cattolica ha misurato i vantaggi della telemedicina in sei ospedali. Con risultati incredibili: gli assistiti hanno «guadagnato» dai 45 minuti alle 2 ore di tempo e «risparmiato» dai 20 ai 76 euro di spesa.
La transizione in medicina
Durante il picco dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da COVID-19, la forte capacità trasmissiva del virus ha dato una forte accelerazione a nuovi modelli di gestione dei pazienti e delle comunicazioni, apportando, nonostante la sua tragicità, diversi cambiamenti positivi nella Sanità. All’improvviso sono state superate resistenze culturali, modalità lavorative consolidate, lunghezze burocratiche e vincoli eccessivi. Si è finalmente compreso il valore della Sanità Digitale, intesa come l’applicazione all’area medica e a quella dell’assistenza socio/sanitaria dell’Information and communication Technology ICT.
La chiusura degli ospedali e la posticipazione dell’attività clinica di pazienti affetti da determinate patologie, ha dato un forte impulso allo sviluppo di soluzioni di telemedicina. Di fatto, numerose attività cliniche, quali la somministrazione dei farmaci o il monitoraggio delle malattie, specialmente quelle croniche, sono state eseguite durante il lockdown grazie anche all’utilizzo di servizi di telemedicina.
I sistemi di telemedicina (televisita, teleconsulto, telecooperazione sanitaria, teleassistenza) si sono dunque rivelati in grado di rispondere in maniera più efficiente e personalizzata ai bisogni degli assistiti, consentendo loro di interfacciarsi da casa con i medici e di tenere sotto controllo e monitorare le proprie condizioni di salute.
Inoltre, gli effetti positivi sulla qualità dei servizi sanitari offerti sono evidenti. L’instaurarsi di una spiccata collaborazione interdisciplinare e interprofessionale tra professionisti ha portato alla promozione e allo sviluppo di nuovi percorsi assistenziali incentrati su prevenzione, qualità della vita ed empowerment del paziente.
Benefici della telemedicina
Ma quali sono, in concreto, i benefici legati all’adozione di modelli di cura e assistenza basati sulla telemedicina?
A questa domanda ha provato a rispondere ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore) in uno studio approfondito che ha coinvolto 6 ospedali e ha visto eseguire 831 televisite.
«Anche senza entrare in analisi più complesse è immediato pensare ai tempi e ai costi degli spostamenti, che sono spesso significativi per quei pazienti residenti in un territorio extra-urbano e/o sono affetti da malattie croniche e rare e vengono curati da centri specializzati, spesso pure fuori Regione. Spostamenti che diventano ancora più onerosi se il paziente non è autonomo e necessita dell’accompagnamento di un familiare o del caregiver» spiegano Fabrizio Massimo Ferrara e Sara Consilia Papavero di Altems.
1. Impatto ambientale
Attraverso i dati raccolti in 831 televisite erogate da sei ospedali in tre Regioni, è risultato che meno del 15% dei pazienti risiede nello stesso comune della struttura. Per il rimanente 85% del campione, grazie all’utilizzo dei servizi di Google Maps, è stata calcolata la distanza tra i comuni, riscontrando tra andata e ritorno- uno spostamento medio dell’ordine di 140 chilometri, per un tempo di percorrenza di due ore.
«Ipotizzando, secondo una stima ottimistica, che tutte le autovetture siano conformi alle misure Euro-6, può essere innanzitutto valutato l’impatto ambientale che risulta, già per un tale limitato numero di casi, in una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 di quasi 10 tonnellate», spiegano gli autori.
2. Benefici tangibili
Ma quali sono i reali benefici in termini di tempo e di spese?
«I dati raccolti, che costituiscono un campione ridotto ma comunque significativo sia per patologie sia per distribuzione territoriale, evidenziano che un paziente non residente nel comune del centro risparmia in media 2 ore e 45 minuti. In modo riduttivo, il risparmio di tempo per un paziente che abita nello stesso comune è dell’ordine di 45 minuti.
Considerando il costo medio del lavoro in Italia di 27,7 euro, così come indicato dall’ ultima analisi dell’Eurostat relativa al 2019, si può valutare un risparmio economico per il paziente di almeno 20 euro se residente nello stesso comune del centro e di circa 76 euro se residente in un comune diverso.
Questo rappresenta un beneficio non trascurabile, per le persone affette da patologie croniche e/o che necessitano dell’accompagnamento di un caregiver, e che quindi sono costrette spesso a chiedere congedi per visite mediche, perdendo diverse giornate lavorative» risponde Fabrizio Ferrara.
3. Riscontri positivi
Come hanno reagito, nel concreto, i pazienti?
«Positivamente e anzi in alcuni casi sono diventati loro stessi “innovatori”», dice. E cita l’esperienza della «working visit» presso la Reumatologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, che ha usato la metodologia «Telemedicina Subito» sviluppata dall’Osservatorio sulla Telemedicina Operativa di Altems.
«Gli assistiti hanno scelto di effettuare la televisita di controllo, in media di 20 minuti, direttamente sul posto di lavoro durante le pause; al ritorno a casa, attraverso lo smartphone, o chiedendo permessi per la sola durata della televisita».
4. Indagine online
Ottenere una fotografia della rilevanza della telemedicina nelle varie aziende sanitarie e delle caratteristiche delle soluzioni implementate, o in fase di sviluppo, descritte secondo parametri indipendenti da specifiche tecnologie o prodotti. È l’obiettivo dell’indagine online lanciata dall’Osservatorio sulla Telemedicina Operativa di Altems in collaborazione con Cerismas (Centro Ricerche e Studi in Management Sanitario, Università Cattolica del Sacro Cuore).
«La pandemia ha sdoganato la telemedicina come aspetto rilevante del sistema sanitario. Occorre adesso che quanto fatto sotto la spinta dell’emergenza sia “messo a sistema”, in termini di integrazione nei processi clinico-organizzativi», spiega Fabrizio Ferrara.
Tutte le organizzazioni sanitarie sono invitate a partecipare, compilando il questionario. Sulla base dei risultati raccolti, verrà quindi proposto un quadro di indicatori che possa essere utilizzato dalle aziende a dalle istituzioni come strumento per analizzare le varie implementazioni secondo criteri omogenei, facilitando la collaborazione sul territorio e individuando possibili obiettivi di evoluzione nei singoli contesti.